Come Aumentare il Tasso di Cambio dell’Euro
Il tasso di cambio dell’euro è influenzato da una moltitudine di fattori, tra cui la crescita economica, la fiducia degli investitori e la politica monetaria. Nel 2017 e all’inizio del 2018, l’euro ha dimostrato un’ampia stabilizzazione, con aumenti nei pagamenti globali e negli accordi di cambio valuta estera. Gli afflussi di portafoglio in azioni dell’area euro hanno raggiunto livelli record, trainati da una robusta crescita economica.
Sebbene durante questo periodo si sia osservato un tasso di cambio dell’euro più forte, ciò è stato in gran parte attribuito agli effetti della valutazione piuttosto che alla diversificazione attiva da parte delle banche centrali. Se rettificata per le fluttuazioni dei tassi di cambio, la quota dell’euro nelle riserve valutarie globali è effettivamente diminuita.
Diversi fattori hanno contribuito al rafforzamento dell’euro. La fiducia positiva degli investitori, alimentata dalle forti performance economiche dell’area euro, ha svolto un ruolo cruciale. Questo sentimento positivo si è riflesso in un passaggio da posizioni nette corte a posizioni nette lunghe nei contratti futures sull’euro.
Inoltre, le aspettative del mercato in merito alle divergenti politiche monetarie tra gli Stati Uniti e l’area euro hanno contribuito all’apprezzamento dell’euro. Le stime basate su modelli suggeriscono che questi tre fattori – fiducia, crescita e aspettative di politica monetaria – sono stati i principali motori della forza dell’euro rispetto al dollaro USA.
L’aumento del turnover di valuta estera che coinvolge l’euro fornisce ulteriore prova del suo rafforzamento. I dati del sistema Continuous Linked Settlement (CLS) hanno rivelato un notevole aumento della quota dell’euro negli accordi di cambio valuta estera globali.
Nonostante questi sviluppi positivi, permangono sfide persistenti. La crescente importanza delle economie dei mercati emergenti come emittenti di debito in valuta estera, unita alla loro preferenza per il dollaro USA, ha contribuito a un calo della quota dell’euro nei mercati internazionali dei titoli di debito.
Il continuo deleveraging delle banche dell’area euro, caratterizzato da una riduzione dei prestiti esteri, ha inoltre ostacolato il ruolo internazionale dell’euro. Lo stock di prestiti transfrontalieri in euro rimane significativamente al di sotto dei livelli pre-crisi finanziaria globale.
Infine, la diminuzione della domanda estera di banconote in euro, potenzialmente influenzata dall’innovazione finanziaria, dalla riduzione dell’incertezza geopolitica e dagli sforzi per combattere la criminalità finanziaria, rappresenta un’altra area che richiede attenzione per aumentare il tasso di cambio dell’euro.
Affrontare queste sfide attraverso misure come l’approfondimento dei mercati dei capitali europei, il completamento dell’unione bancaria e la promozione di una maggiore adozione dell’euro nei mercati emergenti potrebbe contribuire a un euro più robusto e influente sulla scena globale. Questo, a sua volta, aumenterebbe organicamente il tasso di cambio dell’euro.