Limite Doganale Turchia: 30 Euro IVA Inclusa?
La Turchia ha recentemente modificato le sue normative doganali, riducendo il limite di esenzione da tasse per gli acquisti individuali dall’estero tramite corriere o servizio postale da 150 a 30 euro. Questa modifica, in vigore dal 21 agosto, solleva la domanda: il limite di 30 euro è comprensivo di IVA? La risposta è no. Il limite di 30 euro si applica al valore dei beni prima dell’applicazione di tasse e dazi. Ciò significa che qualsiasi prodotto che superi questa soglia, anche di poco, sarà soggetto a dazi doganali e potenzialmente ad altre tasse come l’IVA.
Questa nuova normativa riguarda gli acquirenti online che acquistano beni al di fuori dell’Unione Europea (UE). Per i prodotti originari dei paesi UE, il dazio doganale è aumentato dal 20% al 30%. Per i beni provenienti da paesi extra UE, il dazio è passato dal 30% a un considerevole 60%. Questo aumento significativo raddoppia di fatto l’onere fiscale per molti articoli importati. Ad esempio, un prodotto da 100 lire (al lordo delle imposte) proveniente da un paese extra UE avrebbe precedentemente comportato un dazio doganale di 30 lire. Ora, lo stesso prodotto è soggetto a un dazio di 60 lire, con un aumento del 100%.
Questa modifica esclude gli acquisti effettuati nei negozi fisici in Turchia, poiché questi rientrano già nelle normative standard di importazione. Si rivolge inoltre specificamente ai singoli consumatori, escludendo gli acquisti aziendali dall’esenzione fiscale. Questa distinzione mira a impedire alle aziende di sfruttare il limite inferiore per scopi commerciali. L’obiettivo dichiarato del governo è proteggere i produttori nazionali e generare entrate per il tesoro. Tuttavia, alcuni analisti ritengono che l’obiettivo principale sia la generazione di entrate.
L’impatto sui consumatori è significativo. Un articolo da 100 lire proveniente da fuori dall’UE, soggetto a un’IVA del 20%, ora deve affrontare ulteriori 92 lire di tasse e commissioni (60 lire di dazio doganale più 32 lire di IVA). Questo raddoppia di fatto il costo del prodotto. Inoltre, le spese di sdoganamento e le imposte di bollo possono aumentare ulteriormente il prezzo finale.
Mentre le grandi aziende internazionali come Nike, che hanno interrotto le vendite online in Turchia in seguito all’annuncio, potrebbero adeguare i prezzi o la logistica per mitigare l’impatto sui consumatori, le piccole imprese e i singoli venditori potrebbero avere difficoltà ad adattarsi. Le conseguenze a lungo termine sul comportamento dei consumatori e sull’e-commerce transfrontaliero restano da vedere. Alcuni consumatori potrebbero continuare ad acquistare beni dall’estero a causa dei prezzi internazionali più bassi o delle abitudini di acquisto consolidate.
Il Ministero del Commercio turco ha riferito che nel 2023 la spesa interna ha rappresentato il 93,37% delle transazioni di e-commerce. Gli acquisti transfrontalieri da parte dei cittadini turchi hanno rappresentato solo il 3,75% del mercato. Tuttavia, questa nuova regolamentazione potrebbe alterare significativamente queste cifre, potenzialmente spingendo i consumatori verso i rivenditori nazionali o incoraggiando canali di acquisto informali e non tassati.
La nuova normativa si rivolge specificamente ai beni acquistati tramite corrieri internazionali e servizi postali, con un impatto sui singoli consumatori che effettuano acquisti online dall’estero. Ciò mira a frenare l’elusione fiscale e generare entrate per il tesoro dello Stato. La legge non si applica ai beni acquistati nei negozi fisici in Turchia o introdotti dai viaggiatori entro i limiti di franchigia personale.
Il brusco cambiamento delle normative ha portato alcune aziende internazionali, come Nike, a sospendere le vendite online in Turchia, evidenziando la potenziale interruzione delle pratiche commerciali consolidate e dell’accesso dei consumatori ai beni esteri. Gli effetti economici a lungo termine della nuova politica devono ancora essere valutati.